LA CACCIA/NOME D’ARTE NATURA
Certosino d’alta quota
Jean-Pierre Ramel ha saputo dare nuova vita a una tecnica tradizionale svizzera, il decoupage.
Naturalmente a soggetto animalièr
TESTO DI PAOLA SAMMARTA
Parte da un grande foglio nero e, come avviene in scultura, l’immagine prende lentamente forma per sottrazione di materiale. Solo che anziché usare uno scalpello, Jean-Pierre Ramel usa il cutter, una sorta di bisturi affilato con cui asporta minuscoli parti di carton-cino fino a creare un intaglio prezioso nel quale minute ombre nere di cervi, cinghiali, tetraonidi, sembrano muoversi e affrontarsi in un ambiente surreale.
Jean-Pierre vive nel core dei Pays-d’Enhaut (1660 Château-D’Oex tel/fax +41 /26/9247067), dove il decoupage vanta tradizioni che risalgono all’Ottocento, con artisti come Hans-Jacob Hauswith e Louis Saugy. Ciascuno con un proprio metodo e un propriostile. Ramel è autodidatta e spiega come sia giunto quasi per caso a questa sua attività di artista. «Sognavo di diventare tassidermista, ma ho poi seguito corsi di orticultura, per restare comunque in contatto con la natura. La mia passione erano peròi fiori selvatici più che quelli coltivati e cosìho lasciato questa occupazione e per molti anni ho lavorato in settori molto diversi , dall’edilizia al brocantage.
Ma avevo l’impressione di essere un attore: ripetevo sempre le stesse frasi, gli argomen-ti erano sempre quelli…».
Jean-Pierre era portato per il disegno e un giorno riscopre la sua creatività. Quando a ventinove anni ho ripreso a disegnare, ho fatto un grande uso della gom-ma percancellare!» Una volta preso il via, ha iniziato a realizzare delle tavole, a volte semplici, a volte estremamente complesse, in cui i soggetti si muovo no su più registri e in più cornici, ottenute da unsolo foglii.
«Non facciomai provedice – ma disegnando riflettomolto sulle parti datogliere e su quelle che devono invece restare dopo il taglio. Quello che conta in una tavola è la composizione, il disegno. Credo sia un po’ come la mur sica: prima di suonarla bisogna scri-verla. Il lavoro di intaglio non è che il lato tecnico, nel quale, comunque, non lo spazio per alcun errore».
Una ricerca infinta Tra i mille particolari, le simmetrie e le asimmetrie di questo mondo di carta
Per riportáre sul foglio, in punta di cesello, i suoi soggetti, Jean-Pierre Ramel passa intere nottate a registrare mentalmente e fotograficamente le scene di vita quotidiana degli animali selvatici. Naturalmente ha lesue preferenze, che vanno al gallo cedrone, per alcuni lati del suo comportamento un po° misterioso. E forse anche perché nelle Alpi del Varde è diventato estremamente raro e Jean Pierre che nel frattempo è diventato membro dell’Académie européenne des Arts e del Groupe Photo Ciné Nature, nel fotografarlo si avvale di mille precauzioni perevitare qualsiasi disturbo alla sua quiete. «Tra i mammiferi, il mio preferito èinvece il tasso, che non manca mai nei lavori in esposizione.
È un animale crepuscolare». Che, aggiungiamo noi, gli dàspunto per una serie di notturni, sempre in decoupage. E che, insieme a cinghiali, cervi, stambecchi è protagonista di un°innovazione tecnica, ovvero l’introduzione del colore su alcune tavole. Da qualche anno, infatti lavora anche sufondi arancio o violetti a tinta digradante, che conferiscono un’atmosfera particolare, che ricorda il levar del sole oppure la cosiddetta ora blu, che si insinuatra il tramonto e l’oscurità.
«Consideroquesta tecnica – aggiunge Jean-Pierre che richiede comunque un passe-par-tout bianco intorno alla tavola, come una transizione dal decoupage alla fotografia, in cui gioco con ombre e luci naturali». Il nostro artista non si limita alle forme d’arte bidimensionali, ma produce anche sculture e pin, che riproducono, questi ultimi, i suoi decoupage, quasi si trattasse di una sorta di miniatura. Sono dedicati anch’essi agli animali piùe meno selvatici e raffigurano, tra gli altri, camosci, aquile, gatti, volpi, cervi e, naturalmente, fagiani di monte e gallicedroni. Le sculture sono in bronzo, realizzate su modelli in legno o terracotta con tecnica a cera persa.
Cacciatore eartista,5-Pesepè anche impegnato nella tutela dell’ambiente. «Amo – dice Jean -Pierre Ramel immergermi nel giardino segreto degli animali, vederli senza essere visto. Alcuni mi sorprendono sempre, come il capriolo, che compare all’improvviso, come per magia». Con la mano leggera del cesellatore, l’artista sa dar vita ai cinghiali, ai cervi, ai galli cedroni, che trastelle alpine e genziane, popolano le sue tavole. Sono veri gioielli di carta questi decoupage, giocati su più registri e su un unico piano e che ricordano, nel loro complesso, i mosaici naturalistici degli antichi romani. Le tavole sono ottenute da un solo foglio. «Quello che conta dice Ramel è la composizione il disegno. Credo sia un po’ come la musica: prima di suonarla bisogna scriverla»